Descrizione
Nel 1855 a seguito della inadeguatezza della chiesa di S. Maria dei Lumi fu costruita la nuova chiesa parrocchiale dell’ Immacolata Concezione, con i contributi del Comune, del monte frumentario, delle varie compagnie religiose e dei legati pii e di assistenza.
La zona scelta per la costruzione fu quella di Pian dei Biali, poco fuori le mura, dove la chiesa, in base ai progetti del Comune si sarebbe trovata nell’asse principale del paese come oggi è.
Il 12 aprile 1864 don Isidoro Verga nato a Bassano ma residente a Roma per motivi di studio chiese al papa un sussidio per l’esecuzione del quadro della Immacolata Concezione .
La richiesta ebbe immediato seguito e nel 1879 quando ancora la chiesa non era stata ultimata fu fissato sull’altare maggiore il quadro della Madonna Immacolata donato da Mons. Verga e realizzato da Francesco Grandi delle dimensioni di cm 350x 250.
Tre in tutto le tele del Grandi che è citato come uno dei maggiori pittori dell’Ottocento romano.
Sulla parete della navata destra si può notare fissata al muro con spranghe metalliche, un dipinto a tempera su tavola centinata superiormente a segmenti (cm 163x75) rappresentante la Assunzione della Vergine. Fu sicuramente prima nella chiesa di S. Maria dei Lumi poi nella nuova chiesa parrocchiale, fu dapprima attribuita alla scuola del Perugino o di Giotto ma certezze non ve ne sono.
La tavola fu più volte restaurata ed ad oggi lo stato di conservazione è buono.
Datata tra la fine del XIV e l’inizio del XV secolo, la tavola è stata pubblicata per la prima volta nel 1954 ne “La pittura viterbese dal XIV al XVI secolo”, tuttavia altri critici la riferiscono alla scuola umbra altri ancora a quella toscana.
Sull’altare maggiore si trova il Tabernacolo- reliquiario dei Santi Fidenzio e Terenzio.
Il marmo scolpito bianco e dorato deriva da S. Maria di Lumi e risale anch’esso al XV secolo inizio XVI.
Sul lato destro dell’altare spicca un Crocefisso ligneo scolpito e dipinto con vere spine piantate sulla corona di corda che cinge il capo del Cristo, quest’opera attribuibile alla scuola toscana è del XVI secolo.